Una scomoda verità
(An Inconvenient Truth)
di Davis Guggenheim (Usa, 2006)
con Al Gore
Io onestamente non so se quanto dichiarato da Al Gore in questo film/documentario corrisponda a realtà o sia una menzogna. Secondo quanto egli stesso dice, pare che la totalità della comunità scientifica sia concorde nel ritenere che la temperatura del globo terreste negli ultimi anni stia crescendo a dismisura a causa dell’aumento dell’effetto serra. Il teorema dovrebbe essere alquanto semplice: maggiori emissioni di CO2, maggiore temperatura media della crosta terrestre.
Ripeto: io non so se sia tutto vero o tutto falso. Forse non mi frega nemmeno. (Dovrebbe?) Fatto sta, però, che a me tutto il documentario è sembrato uno spottone a favore di Mr. Albert Gore. Ma grande, grandissimo, enorme spot. Scusate ma devo essere sincero. Mi è venuto un dubbio: che voglia forse ricandidarsi alla presidenza degli Stati Uniti? Se così fosse, allora che senso avrebbe diffonderlo anche al di fuori degli Usa? Che abbia bisogno di aumentare il proprio prestigio internazionale per avere – questa volta – maggiori chance di conquistare Washington? Ho il sospetto che Davis Guggenheim, il regista, abbia già diretto spot elettorali per alcuni politici americani. Lo stile di questo documentario ricorda tantissimo le tecniche di promozione politica (propaganda) americana verso le masse.
Il film risulta sospetto per diversi motivi. Innanzitutto perché c’è un palese tentativo di santificazione del protagonista (protagonista assoluto). Vedi i primi piani in cui si vede Al Gore lavorare per ore e ore solo sul proprio notebook (un Apple*). Vedi le decine di dettagli sui suoi occhi blu, quello sguardo che ce la mette tutta per apparire intenso, quelle orbite quasi prive di sopracciglie, quelle rughe di espressione, ecc. È inoltre ovvio che il film è diretto al pubblico americano: i continui attacchi – più o meno blandi – all’attuale amministrazione americana. I riferimenti ai padri fondatori della patria, all’evidenziazione del maggiore spreco di energia e alla maggiore produzione di CO2 da parte della popolazione statunitense puntano diritti al cuore del cittadino Usa. Come non aver sospetto poi della coda del film in cui il protagonista dichiara di aver mostrato quelle stesse diapositive, quelle schede che sono il contenuto stesso del film, decine, centinaia, migliaia di volte in tutto il mondo? Di aver girato di città in città, di stato in stato, per diffondere la causa della salvaguardia del Mondo dall’aumento della temperatura. Come non aver compassione dell’uomo che si erge a difensore supremo degli interessi del globo terracqueo, e quindi dei nostri interessi? Come non credere a quella lunga sfilza di dati che snocciola? Come fare a non fidarsi di lui?
Personalmente ho trovato, stucchevole, pietosa e schifosa la citazione delle sfortune personali di Al Gore, come l’incidente occorso a suo figlio (casualmente investito da un’auto) e il cancro ai polmoni che anni fa colpì a morte sua sorella. Ma soprattutto: che connessione c’è tra la sua sfortunata vita personale – a patto che sia mediamente e realmente più sfortunata di altre – e il surriscaldamento del clima? A che serve? E’ opportuno, utile, funzionale alla spiegazioni del pericolo che corre la Terra?
Piccolo appunto all’edizione italiana: perché durante il doppiaggio italiano è stata lasciata sotto la voce originale di Al Gore? Io l’ho trovata abbastanza fastidiosa. Inoltre il doppiatore ha una voce troppo impostata, decisamente differente da quella originale dell’ex candidato alla presidenza. Mi sembra perciò una scelta poco felice.
Se volessimo entrare nel contenuto del film potrei anche dire che all’autore e allo sceneggiatore ci sarebbe da fare un appunto: perché dedicare l’80% del film a spiegare le cause del fenomeno e lasciare solo 30 secondi per illustrare i rimedi che si potrebbero mettere in piedi per riportare la situazione fuori dalla crisi?
Permettetemi una riflessione sul target a cui si rivolge il film: se uno s’intende minimamente di ecologia no ha di certo bisogno di andare a vedere questo film e, se per caso gli capita di vederlo, non vi ritroverà nulla di nuovo. Nessuna informazione aggiuntiva circa il riscaldamento del pianeta. Tutte cose già sentite, trite e ritrite. Se uno non sa nulla di ambientalismo, né se ne occupa direttamente, credo che non avrà alcun interesse a esporsi a tale pellicola. Anzi, ritengo che difficilmente gli arriverà la notizia dell’esistenza di un documentario del genere e della sua presenza nei cinema.
* Qualcuno poi dovrebbe spiegarmi perché in decine di film americani i buoni usano computer Apple mentre i cattivi solo quelli che un tempo venivano chiamati ‘pc-IBM-compatibili’ e che ora sono ormai classificati ‘Windows-based’.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Non le interessa se è vero ciò che dice? Ecco già il motivo per cui lei pensa che sia uno spot per Al Gore…magari lo è, ma non fa nulla…serviva per dare un senso a quello che dice, per non far pensare alla gente “e questo qui chi è? Che ne sa lui di clima?”
Purtroppo ciò che dice è tutto vero, e deve interessare anche lei…ci rifletta ed abbandoni l’ascia di guerra.è..legga ciò che dichiarano gli scienziati: http://www.fuoridalpalazzo.it/intervistamercalli.html
“Il teorema dovrebbe essere alquanto semplice: maggiori emissioni di CO2, maggiore temperatura media della crosta terrestre.”
No il teorema è un altro. Anzi è un principio della termodinamica che mette in relazione Lavoro ottenuto e Calore prodotto. Sostanzialmente all’aumento del lavoro svolto da una macchina corrisponde un aumento del calore ceduto all’ambiente circostante.
Relax. Questo è solo un blog amatoriale. La mia premessa serviva a sgombrare ogni dubbio sul mio giudizio riguardo i contenuti. Immaginavo polemiche di questo tipo. A me non interessa ciò che dice Al Gore. Io criticavo il film, la tecnica e il messaggio latente (ma neanche tanto). L’ascia di guerra non è mai stata brandita da queste parti, ragazzi.
Il principio della termodinamica che mette in relazione lavoro ottenuto e calore prodotto è noto da queste parti. Persino ovvio. Ma ripeto: non è questo che io voglio mettere in dubbio. Io ho solo espressio il mio parere sul prodotto artistico che il regista Davis Guggenheim ha cucito con perfezione addoso ad Al Gore. Così perfettino ed articiale che mi fa sospettare che serva più a farsi propaganda che ad informare sui reali rischi che il Pianeta corre a causa del surriscaldamento. Ripeto: reali rischi.