Edward mani di forbice

Edward mani di forbice
(Edward Scissorshands)


di Tim Burton (Usa, 1990)
con
Johnny Depp, Wynona Ryder,
Dianne Wiest, Alan Arkin, Anthony Michael Hall,
Vincent Price, Caroline Aaron, Marti GreenBerg

Essendo il regista lo stesso di "Batman", di "Beetlejuice", di "Big Fish", di "La sposa cadavere", di "Mars attacks", e via dicendo, mi aspettavo qualcosina in più. Ma, si sa, qui finisce che io mi aspetto sempre qualcosina in più.
Una favoletta oscura. Null’altro. L’ennesima riedizione de "La bella e la bestia", condita con un pizzico di Frankenstein, un po’ di Tarzan, molti clichè del drammone sentimental-melenso. Tutt’intorno ambientazioni sixties. Lo stil-gotico regna poi sovrano. C’è infatti una certa costante di sangue, di ferite, di lame taglienti, ecc. Tutto molto dark, oscuro, dannato… tutto così tremendamente "romantic". Il pastiche è arricchito anche da momenti di incomprensione e spaesamento del protagonista e da situzioni in cui si vuole deridere, mettendo alla berlina, l’american way of life, il sogno americano, l’ipocrisia della provincia americana. Appunto per questo, reputo Dianne Wiest e Anthony Michael Hall due ottimi interpreti di quella mediocritas tipica dell’americano medio.
Johnny Depp è molto bravo. Questa rimane una delle sue migliori performance recitative. Lo vediamo truccato pallido, scavato ed emaciato, come uno in grado di far paura a bambini di tutte le età. Eppure parti come questa hanno accresciuto il suo mito, riuscendo persino a costruire, col tempo, quell’immagine da bel tenebroso.
Wynona Ryder qui risulta un po’ troppo scipita, sempre con quell’aria da stralunata che poco si addice alla tipica ‘sweetheart’. Insomma, per essere una teenager americana è poco maliziosa. Magari mi sbaglio io, magari era proprio quella l’idea che voleva dare il regista, fatto sta che non mi ha convito al 100%.
Perché vederlo: se siete stati adolescenti negli anni ’90 – come il sottoscritto – state pur sicuri che aggiungerà una tessera al puzzle della vostra personale storia cinematografica.
Perché non vederlo: se non amate il gotico o quel particolare tocco dark un po’ fuori dagli schemi, tipico di Tim Burton.
Note autoriali: il soggetto è dello stesso Burton e di Caroline Thompson che ha anche curato la sceneggiatura.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.