Commediasexi
di Alessandro D’Alatri (Italia, 2006)
con Paolo Bonolis, Sergio Rubini, Margherita Buy,
Stefania Rocca, Elena Santarelli, Rocco Papaleo,
Michele Placido, Marco Cocci, Massimo Wertmuller,
Fabio De Luigi, Maurizio Micheli, Paola Tiziana Cruciani
Devo ammettere che, promozionalmente parlando, D’Alatri ha fatto bene a classificare il suo film come ‘cinepandoro’, piuttosto che ‘cinepanettone’. Mi spiego: questa pellicola, sebbene sia stata mandata nelle sale durante il periodo delle feste di fine anno, ha poco a che spartire con i soliti film natalizi di Neri Parenti o dei Vanzina. Innanzitutto per la quasi completa assenza della volgarità. Sì certo, i riferimenti al sesso ci sono fin dal titolo, ma non si scade praticamente mai nella battuta sguaiata o negli artifici retorici tipici delle comiche come lo scivolone, la torta in faccia, ecc. L’umorismo qui è tutt’altro che di bassa lega, insomma. Dunque posso dire che D’Alatri va perdonato, almeno per il fatto di aver ripreso un tema che già Francis Veber aveva trattato ne "Una top model nel mio letto (La doublure)".
Inoltre ha il merito di aver scritto e sceneggiato questo film a quattro mani con Gennaro "Genny" Nunziante, un uomo che da queste parti viene stimato sin dai tempi delle pseudo-telenovelas baresi che portavano il nome di "Melensa" e "Il polpo".
Dico perciò che questa commedia non è da buttar via. Anzi ho sorriso a sufficienza. Qualcosa che comunque si discosta abbastanza dalle precedenti opere cinematografiche di D’Alatri. Peccato che nelle prime due settimane ha incassato appena 1,2 milioni di euro e che le feste di fine 2006 stanno pian piano volgendo al termine.
Vera nota dolente: le marchette, o meglio il cosiddetto product placement. Una pratica, questa, ancora abbastanza giovane per il mercato cinematografico italiano ma, a quanto vedo, già molto sviluppata. Vado a memoria. Ricordo di aver visto almeno 5 sponsor più o meno occulti. La marca di abbigliamento giovane andriese "Angel Devil" a cui è dedicata una vera e propria telepromozione, la pasta "Garofalo" presente nelle cucine dei protagonisti del film, un’agenda marchiata "Direct Line" (assicurazioni) abbandonata in bella vista sul sedile dell’automobile dell’onorevole, il "Chinò SanPellegrino" citato e apparso in più occasioni, i gioielli "Mont Blanc" regalati ai due personaggi femminili principali. Non so perché ma, dichiarata o meno, la marchetta cinematografica a me continua a ‘puzzare’ di promozione subdola.
La trama in due parole: un onorevole quarantenne perde la testa per una vallettina dei quiz preserali. Le compra un appartamento a Roma con vista sul Colosseo. Proprio quando sta per iniziare a godersi la propria alcova d’amore, è costretto a cambiare aria. Decide quindi di partire per Parigi, un viaggio di qualche giorno per allontanare i sospetti delle malelingue che lo vogliono amante della giovane soubrette. Durante la sua assenza affida la custodia dell’amante al suo autista di fiducia.
Si zittiscano immediatamente quanti hanno criticato la scelta di Bonolis di recitare in questo film. Alcuni l’hanno considerata una invasione di campo, come a dire: i televisivi facciano i televisivi e non inquinino la grande arte del grande schermo. Scemenze! Bonolis recita bene e diverte. Divertendosi in prima persona, per giunta. Si vede benissimo: a occhio nudo. E’ bravo nel ruolo dell’onorevole marpione. Piccoli guizzi di simpatia che ricordano tantissimo i personaggi che furono portati sullo schermo da Alberto Sordi. Quegli occhi azzurri strabuzzati gli riescono alla perfezione. Non c’è nulla da fare: è un commediante nato.
A Rubini non gli si può dir nulla. Quanti anni sono che non sbaglia un film sia come attore che come regista? Qui fa un po’ specie vederlo invecchiato con i capelli ricci e grigi. Però l’uomo qualunque, l’uomo medio, quello che non ha mai avuto una occasione nella vita, gli riesce molto bene. Così bene che ti chiedi se non abbia mai provato sulla propria pelle sensazioni simili.
Altra domandina impertinente: Margherita Buy, firmando le carte del divorzio, ha per caso sottoscritto anche una clausola in cui la si obbligava a recitare il ruolo della moglie di Sergio Rubini in ogni pellicola in cui appare il suo ex-marito? Ce lo si chiedeva insieme al Dj Nero, uscendo dalla sala. E che diamine! Per esser bravi sono bravi, ma perché fanno sempre il ruolo che la vita gli fece recitare nella realtà? Chi li constringe?
Un plauso anche a Elena Santarelli: nei primi dieci minuti del film non gli daresti alcun credito, ti sembra mono-espressiva. Poi pian piano esce fuori, soprattuto sul finale, quando la vediamo fingere al telefono di essere in trepidante attesa per l’arrivo del suo onorevole moroso. Che abbia imparato qualcosa della recitazione sotto la direzione di questo regista?
Michele Placido è spassosissimo. Il cuoco partenopeo sguaiato, despota e ammaliatore risulta troppo simpatico. Non si riesce a rimanere indifferenti. O si ama o si odia. Ma perché poi recita da napoletano se è originario di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia?
Massimo Wertmuller è irresistibile. Perché questo attore non ha mai raggiunto il successo che merita? Nelle scene al bar degli onorevoli dovrebbe fare la spalla per le battute di Bonolis, ma in alcuni casi lo supera alla grande. Duetti imperdibili.
Stefania Rocca in tenuta sexy (guepiere e calze autoreggenti nere) fa la sua porca figura, eppure il suo sex appeal su di me non fa alcuna presa. Brava come al solito. Per lei nessun fischio nè applauso. 6 di stima.
Rocco Papaleo mi risulta simpatico. Da sempre. Dategli pure tutti i ruoli che volete. Bravo o meno che sia io continuerò a sorridere per ogni sua interpretazione.
Adoro Marco Cocci, il cantante dei Malfunk. Attori stilosi come lui ce ne vorrebbero a bizzeffe. Peccato che in questo film le sue siano solo piccole comparsate.
Fabio De Luigi e Maurizio Micheli fanno un mini-cammeo nello spettacolo teatrale che apre il film e a cui dà il titolo. Una perla di simpatia da grandi gigioni quali sono.
Tanta solidarietà per Paola Tiziana Cruciani, il cui nome appare piccolo piccolo nei titoli di coda. L’hanno ormai ridotta all’infimo rango di caratterista, quando è ovvio che in questi casi si tratta di attrice. Vera.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Sarò paranoico ma quel finale bianco mi ricorda un certo spot ;-) Tutto ok sulla scelta degli attori (che qui praticamente salvano la pellicola), ma Margherita Buy con le crisi di nervi e Bonolis con le sue imitazioni di Sordi sono davvero intollerabili. Basta!
Che poi l’esser panettone invece che pandoro per me poca differenza fa, manca solo un boldi a fare i canditi e il gioco è fatto ;-).
Zapru, ovviamente.
Zapru, secondo me Alberto Sordi era e resta inimitabile. Bonolis però qualche sorriso me lo strappa. Ancora non è diventato del tutto insopportabile. :)
Di quale finale bianco parli?