Marie Antoinette

Marie Antoinette

di Sofia Coppola (Usa, 2006)
con Kristen Dunst, Rip Torn, Jason Schwartzman, Marianne Faithfull,
Steve Coogan, Judy Davies, Rose Byrne, Asia Argento, Danny Houston

Premessa 1. Non mi piaccono i film in costume.
Premessa 2. Trovo che Sofia Coppola sia una grande regista. Io adoro i suoi due film precedenti.
Premessa 3. Non conoscevo la storia di Maria Antonietta. A malapena sapevo che è stata una regina di Francia e che fu decapitata a causa dei moti popolari durante la Rivoluzione Francese.
Detto questo, mi permetto di aggiungere che il film non mi è piaciuto un granchè. Per tutto il primo tempo e per gran parte del secondo mi ha annoiato. Ma forse l’opinione è soggettiva. Molto soggettiva. Forse ero io ad essere troppo stanco, ad avere troppo sonno. Forse. Chissà.
Comunque sia, alla regia di Sofia Coppola non si può dire nulla. Tutto perfetto. Perfettino. Pure troppo. Ad alcuni è sembrata una seduta di fotografia. Uno splendido set, ma animato. Tanto che ti viene da dire «A Sofi’, se proprio volevi, facevi una mostra fotografica invece che un film!» Sono d’accordo con Yakanama quando dice che alcune scene avevano una fotografia per grandi versi assimilabile a quella di David LaChapelle. Solo che a me LaChapelle non mi piace. Anzi mi fa schifo. (Che è diverso). Io amo il minimal. Secondo me più togli e più abbellisci. Per me meno pomposo è sinonimo di più essenziale. Esteticamente più affine ai miei gusti estetici.
Grandi meriti per i costumisti, nononstante – pare – i nobili dell’epoca non si vestissero in quel modo. Location da restare a bocca aperta. Gli esterni in particolar modo sono strabilianti. I giardini di Versaille sono sempre i giardini di Versaille. Mica cazzi. Anche il filmino della comunione sarebbe stato grandioso se l’avessi girato tra le fontane, le piscine e le siepi antistanti i palazzi regali. Bravi anche i pasticceri per le opere dolciarie: torte, pasticceria mignon, budini e chi più ne ha più ne metta. La pompa magna viene cioè rappresentata giustamente in pompa magna.
Kristen Dunst è una bella biondina. Questo è palese ed indiscutibile. Però la tipa recita anche bene. Molto bene. Prendere lei come attrice protagonista è stata una scelta decisamente azzeccata. Soprattutto per le scene in cui vediamo una Maria Antonietta giovane, vivace, piena di brio, spensierata, ecc. Come a dire che la Dunst è ancora una ragazzina e fare la smorfiosa le riesce benissimo.
Bravi anche due o tre attori comprimari come Jason Schwartzman (Luigi XVI), Danny Houston, (il fratello di Marie Antoinette), Rip Torn (Re Luigi XV) e Rose Byrne (la Contessa di Polignac). La recitazione di Asia Argento non è pervenuta. Continua a fare se stessa. Non recita. E’ acida e stronza e continua a fare quella acida e stronza. Troppo facile.
Questi i fattori positivi. Tutto il resto, secondo me non andava. Come la colonna sonora, ad esempio. Di un ruffiano esagerato. Tutta quella musica new-wave, post-punk non ha nulla a che fare con l’epoca. Si d’accordo, ogni regista è libero di mettere sotto le immagini la musica che gradisce… ma… questo era un richiamo più che esplicito per tutti i nati tra il ’67 e il ’76. Quelli nati dopo manco sono giustificati. Le critiche positive parlano di ‘accostamento volutamente stridente’, di ‘straniamento’. Ma smettiamola per favore! Quando uno fa un errore lo ammetta. Non si giustifichi con un "l’ho fatto apposta. Era voluto". E poi, diciamolo, fatevi una cassetta e sentitevela a casa. Con le cuffiette, per giunta!. Non c’è bisogno di andare al cinema per sentire ‘sta roba. Non se ne può più di questa musica anni ’80!!!
Insomma diamo a Cesare quel che di Cesare. Però forse da una che ha diretto "Il giardino delle vergini suicide" e "Lost in translation" mi aspettavo altro. Qualcosa di più, ecco. Speriamo che Sofia non ci deluda ancora con la prossima pellicola. La nostra stima per lei rimane immutata. Nonostante Marie Antoniette, nonostante tutto.  

Il sito ufficiale italiano e quello americano.
La scheda di
Cinematografo.it, quella di FilmUp e quella di MyMovies.