Black Dahlia

The Black Dahlia

di Brian De Palma (Usa, 2006)
con
Josh Harnett, Scarlett Johansson,
Hilary Swank, Aaron Heckhart, Mia Kershner,
Mike Starr, Fiona Shaw, Richard Brake,
Kevin Dunn, Patrick Fischler, John Kavanagh,
Graham Norris, Rose McGowan, Troy Evans

Con tutto il rispetto per Brian De Palma, questo film non mi è piaciuto. Si, lo so lui è il regista che ha realizzato capolavori come "The Untouchables", "Carlito’s Way" e "Scarface", ma non credo che questa sia una pellicola riuscita granché bene. Mi spiego. La tecnica di regia c’è. Si vede. Eccome se si vede. Ad alcuni ‘modernisti’ è riusltata addirittura pedante. I critici più snob avranno detto che si è trattato di un film di genere. In alcune schede ho visto comparire la definzione ‘hard boiled’ per classificare questo film ma, onestamente, avrei difficoltà a tradurre il termine.
Il fatto è che la storia fa un po’ acqua da tutti i buchi. Mi spiace non aver letto il romanzo di James Ellroy da cui il film è tratto, ma permettetemi di dire che nella trasposizione cinematografica è stata messa troppa carne al fuoco. Troppi personaggi, trama dispersiva. Indizi lasciati qui e là in maniera fuorviante; tutta una serie di dubbi e particolari che solo alla fine ti accorgi non servivano affatto alla riuscita del film. In altre parole, gran parte delle side-stories che si diramano dal fatto principale non sono funzionali al finale. Sembra quasi che alla fine si siano accorti che si stavano dilungando troppo con scene scenette e si siano affrettati a trovare una conclusione, una qualsiasi purché si potesse terminare l’opera. Ecco, la chiusa dava l’idea di essere raffazzonata. Colpa del regista o del romanziere? Di entrambi? O dello sceneggiatore?
Due parole sugli attori. Aaron Eckhart è bravissimo. Qui lo vediamo nei panni di un investigatore ambizioso e con alcuni scheletri nell’armadio. Vederlo recitare mi fa venire ancor più curiosità a proposito del film "Thank You For Smoking". Josh Harnett è fin troppo belloccio. Insopportabilmente perfettino. Finto. Dalla faccia di plastica. Probabile che il prossimo Ken Mattel lo progettino a sua immagine e somiglianza. Mi sta sui cosiddetti sin dai tempi di Pearl Harbour. Ma in "Slevin" e "Sin City" l’ho trovato sopportabile. Hilary Swank è brutta. Forte. Diciamolo. Forte. Non è affatto bella per cui mi sembra sbagliato averla scelta per un ruolo da femme fatale strafiga. Punto. Scarlett Johansson è l’attrice che, di questi tempi, sta facendo perdere la testa a mezzo mondo – quella metà del globo con le gonadi maschili. Non è la mia preferita. Lo ammetto. Però è caruccia. Qui dovrebbe rappresentare un po’ l’angelo del focolare, una bellona recuperata dalla strada. Nel ruolo ci sta e non ci sta. Io l’ho vista molto meglio in "Scoop" come ragazzetta americana sgallettata – quale credo sia in realtà. La vera protagonista è Mia Kershner, la Dalia nera, cioè. Lei sì che recita da prima donna. Anche se sul cartellone il suo nome non era di certo più grande degli altri quattro attori sopraccitati.
Se avessi dato maggior credito ad
Akille magari avrei risparmiato i soldi del biglietto. Ma al cinema d’essai Delle Province, qui a Roma, di giovedì si paga poco. 3 Euro appena. Si poteva fare.

Il sito ufficiale del film.
La scheda di
Cinematografo.it, quella di FilmUp, quella di Film.tv.it e quella di MyMovies.it.