A history of violence

A history of violence

di David Cronenberg (Usa, 2005)
con
Viggo Mortensen, Maria Bello,
Ed Harris, William Hurt, Ashton Holmes

Molti saranno andati al cinema perchè pensavano si trattasse di un film d’azione. Ma questo "A history of violence" non lo è. Almeno non completamente. Ci sono, è vero, alcune scene di sparatorie, scazzottate, violenza alquanto esplicita ma non sono – fortunatamente – l’ingrediente principale del film, nonostante il titolo scelto. Si tenga conto comunque che questa pellicola è stata tratta da un romanzo a fumetti (omonimo) di un certo John Wagner.
La storia non è originalissima ma rilsulta abbastanza interessante. Un uomo come tanti altri si guadagna da vivere facendo il ristoratore in una tranquilla cittadina americana (Millbrook, Indiana). Il giorno in cui due killer capitano nel suo locale per un rapina, quest’uomo qualunque tira fuori delle doti da forze speciali, sventando il crimine in atto e uccidendo i due malviventi. Inutile dire che il nostro diventa immediatamente l’eroe locale finendo sotto i riflettori dei media. Le cose però si complicano quando da Philadelphia arrivano dei tipi loschi, dei gangster di primo livello, che insinuano un sospetto: Tom Stall non sarebbe chi dice di essere, ma un altra persona, un crimale della pegior specie di nome Joey.
Cronenberg non è tipo da tuffarsi in una storia qualunque, per cui se ha scelto di portare sullo schermo questa storia vuol dire che qualcosa sotto c’è. Ed infatti la storia vale. Inoltre, la regia merita, non foss’altro che per la costruzione della trama: lo spettatore viene tenuto in sospeso per diversi minuti, diciamo pure per un’oretta circa, un periodo di tempo in cui chi guarda, proprio come i personaggi che ruotano intorno al protagonista, non sa e non riesce a capire se quello che si agita sullo schermo è tutto in bluff, un malinteso, o davvero dietro le apparenze si nasconde una torbida storia di falsa identità.
Mi sento dunque di consigliare questo film, anche se non è proprio un capolavoro. Da vedere soprattutto per ammirare la bravura nella recitazione di Maria Bello e di Viggo Mortensen e per sorridere al ghigno beffardo dello splendido Ed Harris. Bravo anche il ragazzo che interpreta il figlio di Viggo Mortensen, tale Ashton Holmes. L’unico attore un po’ fuori parte mi sembra William Hurt che credo abbia qualche difficoltà a tirar fuori il suo lato più oscuro e cattivo. Ma forse sarà che da queste parti si è troppo abituati a vederlo nei panni dell’uomo maturo e bonario.

La scheda di Cinematografo.it, quella di FilmUp Leonardo e quella di Internet Movie Database.