L’uomo marketing e la variante limone
di Walter Fontana
Tascabili Bompiani, 2000 – collana “Lemuri” n. 424
158 pagg. 6,50 Euro
Qualche mese fa ho letto il secondo romanzo di Walter Fontana, quello dal titolo “Non ho problemi di comunicazione”: Mi è piaciuto così tanto che ho deciso di acquistare anche il primo, questo “L’uomo marketing e la variante limone”. L’ho trovato in una grande libreria nella stazione Termini di Roma, per appena 6 Euro e 50. Edizione tascabile. Meglio ancora! Le mie tasche difatti sono state contente.
L’ambiente in cui si muove Fontana è ancora quello della comunicazione, delle agenzie di pubblicità, degli uomini marketing (appunto), dei prodotti e delle loro strategie di posizionamento, di vendita, ecc. Qui troviamo l’autore a raccontare del lancio di un detersivo liquido per pavimenti al limone, dal nome “BelloBellissimo Lemon Lemon”. Ci si prende beffe di tutti, dal proprietario dell’agenzia, a tutti quelli che ci lavorano (ad ogni livello), sino al cliente. Tutto ridicolizzato: le modalità di comunicazione tra cliente ed agenzia, i rapporti tra colleghi, la loro competizione, la banalità della vita d’ufficio, ecc. A parte le prime tre pagine d’introduzione “All’inizio” in cui si risale alle origini del marketing nella storia dell’uomo, tutti i 54 brevissimi capitoli recano come titolo: “BelloBellissimo Lemon Lemon. Una case-history” oppure “Entrate nel mondo del lavoro con le mani in alto non vi sarà fatto alcun male” oppure “Cosa fai all’una, magiamo qualcosa insieme?”.
160 pagine che si leggono velocemente. Io ci ho messo circa due ore e mezza, non avendo nient’altro di meglio da fare in treno. Si sorride di gusto. In alcuni passaggi si ride pure.
Riporto fedelmente un paio di passaggio del libro, in modo da rendere l’idea della sagacità della scritture di Fontana attraverso le sue stesse parole.
«Tavolini del Flirt Bar. Uomini con la cravatta buttata oltre a spalla per non intingerla nell’olio delle insalatone. Donne in tweed e calze colorate. Sembra che un’autorità superiore abbia imposto loro di acquistare i vestiti tutti nello stesso negozio. Hanno l’aria di persone che si sbrigano a digerire».
«Mentre lavoro, durante il giorno, ho una visione.
Vedo una specie di fax incassato nel muro, una fessura come un bancomat, da cui alla mattina, alle nove esce un pezzettino di carta. Una linguetta larga un sette centimetri, che sporge di mezzo millimetro al massimo.
[…] La mia fantasia è questa. Che mentre passo le mie otto ore in quetso posto, da qualche parte un orifizio dell’azienda sta secernendo da una parete queste centomila lire per me. La velocità di esplusione è così lenta perché è proporzionale alle otto ore».
La scheda di BOL Italia e quella di Internet Bookshop.
sembra divertente
poi me lo presti?
nero
Ovvio. :)