La seconda notte di nozze
di Pupi Avati (Italia, 2005)
con Neri Marcorè, Antonio Albanese,
Katia Ricciarelli, Marisa Merlini, Toni Santagata, Mia Benedetta,
Angela Luce, Sandro Dori, Robert Madison, Manuela Morabito
Un film tenero e dolce, se vogliamo. Comunque carino. Nulla di pretenzioso, nulla di straordinario. Non un capolavoro, ma davvero gradevole. Diciamo pure che sono 103 minuti spesi bene. Soprattutto se siete meridionali, o meglio pugliesi come me, o nostalgici come il regista.
Siamo nel dopoguerra italiano. L’azione si svolge parallelamente tra la Puglia (Fasano, per la precisione) e Bologna. Al sud due sorelle zitellone accudiscono un quarantenne dalla personalità buona, dolce e sensibile come un bambino, ossia un simpatico malato di mente che di mestiere fa lo sminatore e il contabile per l’azienda di confetti di famiglia – tradizione decennale. A Bologna un giovane bellimbusto, appena rimasto orfano di padre si dà da fare tra mille piccole truffe e raggiri. Ad un certo punto le strade di queste persone si incroceranno, con la prospettiva di uno scambio reciproco: sostentamento economico e sociale da una parte, sostegno psicologico/affettivo dall’altro.
La recitazione di Neri Marcorè è da 10. Non sbaglia una faccia manco a prenderlo all’improvviso. Forse Avati l’ha ingaggiato per questo film perchè ha la faccia giusta, di quello buono e figlio di buona donna allo stesso tempo, che riesce a raggirarti meglio proprio perché da lui non ti aspetti un tiro mancino.
Su Antonio Albanese non mi esprimo perché lo reputo troppo simpatico. Non sarei superpartes. Comunque non credo che qualcuno possa muovergli delle critiche di alcun genere. Fa il suo dovere e lo fa bene. Quella faccia ‘ciaciona’ e l’attitudine burlesca bene si adattano al personaggio del bambinone cresciuto solo nell’aspetto fisico ma non nel cuore (e nel cervello). Al solito, e qui forse pecca di banalità la storia, il matto è quello più savio in un mondo di truffatori, approfittatori, sciacalli, opportunisti, egoisti, gelosi, perbenisti, moralisti, bigotti, falsi, ipocriti, ecc.
Bravissima anche Katia Ricciarelli. Nonostante sia una cantante lirica, abituata più alle tavole del palcoscenico, che alla cinepresa, se la cava benissimo nel ruolo della donna umile, dignitosa, per nulla sfrontata, che si adatta a tutto e che arriva ad umiliarsi per permettere a suo figlio di sopravvivere in un mondo difficile come quello del dopoguerra.
Marisa Merlini è più che ottima (sempre che si possa dire). Il personaggio della anziana zitella tradizionale, tradizionalista e bigotta (bizzoca) le calza a pennello. Sembra che non abbia recitato altro per tutta vita. Da Oscar. Stop.
Toni Santagata è spassosissimo. Il suo è un piccolo ruolo, quello di un musicista che fa serenate a pagamento. Un tizio che porta allegria con la sua grande fisarmonica, la voce calda, tremolante, suadente e il suo baffetto con cui è in grado di sedurre – anche se solo in sogno – la sposa proprio durante il giorno del suo ‘sposalizio’.
Passa alla storia la frase pronunciata dal prete (un grande Dante Marmone) alla fine del banchetto per il matrimonio: “Evviva la musica moderna!!!” Eccellente anche la particina di Mia Benedetta, la racchia e smilza figlia del notaio che si farà sedurre dal quel giovane contaballe che è Nino Ricci (Neri Marcorè).
Citazione meritata anche per Sandro Dori (il notaio) e Angela Luce (l’altra sorella zitellona). Forse è scontato dirlo, ma la bravura di Pupi Avati spesso, come in questo film, consiste nel saper ricreare sapientemente le atmosfere dei tempi che racconta. Chi conosce la Puglia di campagna sa che alla base del film c’è tutto uno studio approfondito, una raccolta di documenti, di storie, di tradizioni di modi di dire, di fare, di pensare che risultano indispensabili per la buona riuscita di una pellicola bella come questa.
La scheda di Cinematografo.it, quella di FilmUp Leonardo, e il sito ufficiale del film.
Io ho trovato albanese davvero bravissimo!!! Anche Katia Ricciarelli fa una figura egregia, mentre Marcorè, colpa anche il personaggio, risulta davvero odioso e un po’ monocorde. Molto belli i paesaggi, grandi i “caratteristi”, però tutto sommato mi apsettavo di più da questo film….
Grazie Elianto per il tuo articolato commento.