Acid house
di Irvine Welsh
Guanda (collana ‘Le fenici tascabili’)
pagg. 197 – Euro 7,50
Quando si parla di Irvine Welsh la prima cosa che viene in mente è “Trainspotting”, film che ha preso ispirazione dall’omonimo romanzo. Io ho visto la pellicola, ma siccome non ricordo nulla, né tantomeno ho mai letto il romanzo ispiratore, passo oltre.
Questo “Acid house” è una raccolta di 21 racconti brevi apparsi su riviste ed antologie. La maggior parte di essi sono ambientati in Scozia, qualcuno negli Stati Uniti, uno in Olanda. Gli scenari, il linguaggio ed i personaggi che animano le storie sono trucidi. Si tratta di giovani al limite dello sbando, di violenza, di alcool, di sesso estremo, di droge (pesanti e leggere, allucinogene e non), di paesaggi suburbani più che degradati, di vite allo stremo. Welsh racconta tutto con un linguaggio ‘parlato’, con un lessico che da la sensazione di provenire direttamente dalla strada e dai pub scozzesi, che ovviamente sono il suo habitat d’origine.
Tra i racconti sono vivamente consigliati: “Eurotrash” (per il finale a sorpresa), “Acid house” per l’orinigalità nel trattare il tema dello scambio di personalità, “La causa del Granton Star” per la citazione colta dalla Metamorfosi di Kafka, “Stincarsi” per la minuziosa descrizione di una passione maniacale e del suo degenerarsi in una solitudine autodistruttiva, “Rico lo scoiattolo” per la descrizione del quadretto famigliare americano perfetto e per la creativa confusione tra i livelli narrativi, “Divisi da un pianerottolo” per il crudo realismo con cui viene descritta la solitudine, e per l’innovativa impaginazione del testo a sinossi, “Dove i rifiuti incontrano il mare” per aver dato una visione disillusa e dissacrante dei discorsi tra vip hollywoodiane, dialoghi di donne ricche e famose che bramano torbide storie a base di sesso selvaggio con truci giovani scozzesi.
Peccato per la traduzione di Massimo Bocchiola che troppo spesso è pedante o esageratamente giovanilistica, anche lì dove non serivrebbe. Cito due esempi per dare l’idea di questo tipo di pecca: l’aggettivo “fucking” viene spesso tradotto con “cazzuto” piuttosto che “fottuto, maledetto o dannato”, senza rendersi conto che in Italia “cazzuto” ha un significato di “forte, figo, troppo giusto” e perciò diametralmente opposto all’imprecazione anglosassone. Il termine “anyway” viene tradotto come “tuttimodi”, ossia con qualcosa che in italiano sembra più arcaico che da slang giovanile. Il termine “comunque” sarebbe stato sicuramente più consono.
La scheda di Internet BookShop e di Bol.it