Alì

Alì

di Michael Mann (Usa, 2001)
con Will Smith, Jon Voight, Jada Pinkett Smith

Film biografico ma poco documentaristico sulla vita di Cassius Clay anche noto come Mohammed Alì. Mi è piaciuto poco. Ammetto di non conoscere la storia del grande pugile, anche perchè per motivi anagrafici non l’ho vissuta. Ad ogni modo non mi sembra che sia stata raccontata al meglio. La pellicola è decisamente troppo lunga. Il regista si attarda sull’amicizia tra il protagonista e Malcom X, riservando a quest’ultimo tantissimi minuti della prima parte del film. Gli incontri del puglie sono pochissimi (3) tanto che, così raccontati, sembrano irrilevanti ai fini della storia. Le interminabili sequenze sul ring a volte durano così tanto da stufare, nonostante molti critici abbiamo visto in questo esercizio del regista un eccellente stile. Il periodo narrato va dal 1964 al 1974. Nulla sappiamo di come il “nostro” Alì sia arrivato a gareggiare per il titolo mondiale, nè quale sorte gli sia toccata dopo essere stato ai sommi vertici della boxe. Will Smith non sfigura affatto per questo ruolo. Non sarà eccellente ma ci sa fare. Ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che non sa interpretare solo il ruolo del ragazzo impertinente con la battuta pronta. Bravissimo Jon Voight nel ruolo del più famoso cronista di boxe americano, tanto da sfiorare un Oscar come attore non protagonista nell’edizione 2002. A dimostrare che il nepotismo sui set non è solo cosa di casa nostra, la signora Smith (Jada Pinketts) interpreta Sonji, la prima moglie di Mohammed Alì. Qui in Italia, però, di gossip statunitense non ne arriva tantissimo, per cui noi della sua mediocre interpretazione non ci siamo nemmeno accorti.

La scheda di Cinematografo.it.