Frankenstein Junior
(Young Frankenstein)

di Mel Brooks (USA, 1984)
con Gene Wilder, Marty Feldman, Peter Boyle, Kenneth Mars
Teri Garr, Madeline Kahn, Gene Hackman, Cloris Leachman

Capolavoro di Mel Brooks (regista/attore sopravvalutato), che qui firma, non solo la regia, ma anche la sceneggiatura in collaborazione con lo stesso Gene Wilder (protagonista della pellicola).
La storia è semplice ma molto originale. Il nipote del famigerato Dottor Frankenstein – professore universitario negli States – riceve il testamento di suo nonno e decide di partire per la Transilvania. Da sempre ripudia suo nonno, dichiarandolo pazzo, ma, arrivato sul luogo del misfatto, non riesce a sopraffare la voglia di ri-tentare l’esperimento del suo avo.
Umorismo semplice ma di grande effetto. Stupendi i giochi di parole tra Igor (il tetro maggiordomo-tuttofare interpretato da Marty Feldman) e lo stesso Frederick Frankenstein (Gene Wilder). Notissime le discussioni sulla pronuncia dei nomi, gli scherzi di Igor, la sua sfacciataggine, la sua gobba, la sua postura, ecc. Oltre a questo, sono deliziosi i ritratti della fidanzata del dottore (attenta più al suo aspetto e al suo onore, che al suo amato), di Inga (aiutante auctona supersexy) e della governante (che fa imbizzarrire i cavalli ogni volta che il suo nome viene pronunciato). Anche Peter Boyle interpreta molto bene il ruolo del mostro, soprattutto nelle scene con l’eremita cieco (magistrale cameo di Gene Hackman). Simpaticissima anche la figura dell’ispettore tutto d’un pezzo e dal braccio di legno, le cui parole sono difficili da interpretare persino da parte degli stessi transilvani.
Ho visto questo film da bambino una domenica in seconda serata su Italia1 (quando ancora questa rete trasmetteva film decenti). Ancora adesso mi piace tanto e lo rivedo molto volentieri. Qualcosa vorrà pur dire, no?