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The Fourth Protocol

26 giugno 2017 18:09 / Leave a Comment / Smeerch

The Fourth Protocol

The Fourth Protocol
di John Mackenzie (Regno Unito, 1987)
con Michael Caine, Pierce Brosnan, Ned Beatty,
Ian Richardson, Joanna Cassidy, Julian Glover,
Michael Gough, Ray McAnally, Ian Richardson, Anton Rodgers,
Sean Chapman, Matt Frewer, Joseph Brady, Caroline Blakiston

Film di spionaggio basato sull’omonimo romanzo di Frederick Forsyth.
Il KGB manda uno dei suoi migliori agenti in Inghilterra a piazzare una bomba atomica in una base militare americana, al fine di mettere in difficoltà i rapporti tra il Regno Unito e la Nato e quindi scatenare una guerra contro gli USA. La spia a cui viene affidata l’ardua e rischiosa missione – anche nota come “Piano Aurora” – è il Maggiore Valeri Petrofsky, ossia un ufficiale dell’Armata Rossa che prende l’identità di James Edward Ross e che per chi guarda ha le sembianze (e l’accento) del giovane Pierce Brosnan.
Ad opporsi ai progetti bellici dei Russi c’è un agente dei servizi segreti inglesi (MI5) – tale John Preston, interpretato dal grande Michael Caine – che però, a dirla tutta, si imbatte in questo piano criminoso quasi per caso. Dopo essere stato sbattuto a fare l’agente doganale in un aeroporto, a causa della sua testardaggine e dell’ennesimo caso di grave insubordinazione, Preston infatti intercetta durante una perquisizione uno strambo disco di materiale sospetto. Sottoposto ad analisi, il disco risulta essere fatto di polonio, il che insospettisce Preston. L’ipotesi più probabile è che qualcuno stia assemblando una bomba atomica proprio in Inghliterra facendosela spedire pezzo per pezzo. Uno degli utilizzi più comuni del polonio – infatti – è fare da detonatore per una bomba atomica.
La missione di Valeri Petrofsky procede abbastanza linearmente, almeno fino a quando sul suo percorso non incrocia l’astuzia, la preparazione e la tenacia dell’agente Preston.
Ma c’è dell’altro: a quanto pare la missione di Petrofsky è stata organizzata ed autorizzata direttamente dal capo del KGB – il Generale Govorshin – ed è così segreta che altri importanti vertici dell’organizzazione non ne sanno nulla. Questa situazione porterà altri due generali – Pavel Borisov e Yevgeny Karpov – a seguire la vicenda da remoto, non appena ne verranno al corrente, ma senza intervenire e con moltissima attenzione, per evitare scandali ma soprattutto nella speranza di un fallimento e quindi della conseguente rimozione di Govorshin dalla carica.

Il titolo “The Fourth Protocol” fa riferimento al quarto protocollo del trattato di non proliferazione nucleare che Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica firmarono nel 1968, protocollo che vieta il trasferimento “non convenzionale” di una bomba nucleare (nel caso specifico la spedizione di una bomba smontata pezzo a pezzo e il suo rimontaggio sul luogo dove dovrebbe avvenire l’esplosione).

Le musiche del film sono state scritte e dirette dal Maestro Lalo Schifrin.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

Posted in: film / Tagged: Anton Rodgers, Caroline Blakiston, cast, cinema, film, Frederick Forsyth, Ian Richardson, Joanna Cassidy, John Mackenzie, Joseph Brady, Julian Glover, Matt Frewer, Michael Caine, Michael Gough, Ned Beatty, pellicola, Pierce Brosnan, Ray McAnally, recensione, regia, regista, scheda, Sean Chapman, spionaggio, spy, spy movie, The Fourth Protocol

Il sarto di Panama

10 febbraio 2015 14:27 / Leave a Comment / Smeerch

Il sarto di Panama

Il sarto di Panama
(The Tailor of Panama)

di John Boorman (USA, 2000)
con Pierce Brosnan, Geoffrey Rush, Jamie Lee Curtis,
Leonor Varela, Brendan Gleeson, David Hayman, Paul Birchard,
Harold Pinter, Daniel Radcliffe, Jonathan Hyde, Catherine McCormack

Spy movie tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore inglese John Le Carré.
Andrew Osnard è un agente segreto dell’MI6 che, avendo combinato più di qualche marachella in giro per il mondo, viene mandato a Panama ad espiare le sue colpe con il compito di tenere sotto controllo la situazione nel piccolo paese centramericano e in particolar modo di verificare quanto sta accadendo intorno al famoso canale, da poco passato nelle mani panamensi, dopo essere stato in quelle americane per decenni.
Bisognoso di un buon informatore, a Panama Osnard aggancia un personaggio parecchio controverso: il sarto Harold Pendel: un ex galeotto inglese che si è rifatto una vita in centroamerica sotto mentite spoglie. Con il ricatto, ossia attraverso la minaccia di rivelare la sua vera identità alla moglie, Osnard riesce a convincere Pendel a collaborare, ossia lo costringe a passargli informazioni su quanto accade nell’isola, sia sui traffici ad alto livello, tra ammistrazione corrotta e Peimprenditoria truffaldina, che sull’opposizione strisciante, di matrice popolare, che minaccia di rovesciare il potere da un momento all’altro.
In realtà Pendel è solo un grande cialtrone con il vizio della menzogna, che si inventa il più delle cose solo per non deludere Osnard e soprattutto per spillargli quanto più denaro possibile, con la scusa di finanziare la cosiddetta “Opposizione silenziosa” in modo da ripianare i suoi debiti, accumulati a causa di un investimento sbagliato.
Per la sua mania di inventare delle storie assurde e tenere allo stesso tempo contento Osnard, il sarto chiacchierone finisce per coinvolgere in questa squallida e pericolosa storia anche un suo vecchio amico (Michelangelo Abraxas, detto Mickie) e sua moglie Louisa che, lavorando per un’agenzia americana a stretto contatto con il governo locale, ha accesso a preziose informazioni sul presidente di Panama.
L’intero castello di carte costruito da Pendel crollerà nel momento stesso in cui la prima delle sue bugie verrà allo scoperto, ma questo metterà a rischio il suo matrimonio, poterà gli USA e Panama sull’orlo di una guerra, farà scivolare tanto denaro nelle mani dell’ingordo Osnard e comporterà la morte di un caro amico.

Pierce Brosnan è ovviamente a suo agio nella parte della spia scaltra, affascinante ed elegantona. D’altronde nel 2000 aveva già interpretato James Bond in due episodi della saga e stava per interpretarne un terzo; e poi non dimentichiamoci di “Gioco a Due” e della serie tv “Mai dire sì” (Remington Steele). A tutte queste qualità positive aggiungeteci però anche quelle dello sporco doppiogiochista e dello stronzo avido. Ecco, solo così avrete un quadretto pressoché completo del personaggio che gli è stato affidato per questa pellicola.
Davvero delizioso Geoffrey Rush nei panni del sarto pallonaro, un po’ sborone e un po’ fifone: spia per caso, informatore a forza, un uomo piccolo piccolo, che scatena il finimondo per una mera questione di debiti non saldati.
Jamie Lee Curtis ha il ruolo della moglie del sarto. Una donna fedele e sincera, ma soprattutto integerrima e molto affezionata, che si dispera per il casino in cui suo marito si è infilato.
L’affascinante Leonor Varela interpreta la giovane assistente del sarto: una ragazza che ha il volto deturpato a causa – pare – di una sevizia da parte della polizia locale.
Catherine McCormack è Francesca, un funzionario dell’ambasciata inglese a Panama che si fa sedurre dal bell’Osnard.
Mickie Abraxas, ossia l’ubriacone buzzurro ma bonario, è interpretato Brendan Gleeson (già visto recitare splendidamente in “In Bruges”).
Il Nobel per la letteratura Harold Pinter appare in questo film nei panni di zio Benny: una specie di mentore con cui il sarto spesso immagina di conversare.

Vedere il film? Non vederlo? Non saprei cosa suggerirvi. Lo ammetto: mi aspettavo qualcosa di più. In un film di spionaggio speravo di trovare più suspence, più mistero, più intrighi e meno, molti meno, cialtroni. Ma forse tutto ciò è una qualità, se lo si legge sull’asse banalità/originalità.

Nota: il regista – John Boorman – è lo stesso del film “Un tranquillo weekend di paura”.

La locandina italiana – per una volta – è pressoché identica a quella originale americana.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

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L’uomo nell’ombra

8 maggio 2010 16:29 / Leave a Comment / Smeerch

L’uomo nell’ombra
(The Ghost Writer)

di Roman Polanski (Francia, 2010)
con Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall,
Tom Wilkinson, James Belushi, Olivia Williams, Timothy Hutton,
Jon Bernthal, Eli Wallach, Tim Preece, Anna Botting

Sarò breve. Forse un tempo Polanski era bravo nel dirigere i thriller. Oggi meno. A me “Frantic”, ad esempio, era piaciuto molto. Ma erano anche 22 anni fa.
“L’uomo nell’ombra”, invece, mi è piaciuto meno. Tant’è vero che mi sono anche addormentato. Ma forse quello è un problema mio, che ero stanco e ho sbagliato a scegliere lo spettacolo delle 22.30. Quando la pellicola finisce ti accorgi che l’ultimo ad aver capito come stavano davvero le cose è il protagonista. Sì perché chi guarda, lo spettatore, capisce subito che qualcosa non va, accumula subito tutti i sospetti verso un unico preciso personaggio, che poi si rivelerà in effetti il vero responsabile. Non aggiungo altro per non svelare il finale, anche se c’è poco da rimanere sorpresi.
“L’uomo nell’ombra” racconta la storia di un giovane e talentuoso scrittore di biografie che viene ingaggiato da un’importante casa editrice inglese per andare negli USA a completare un libro sull’ex primo ministro britannico, Adam Lang. Il tizio che ricopriva lo stesso incarico prima di lui, cioè quello che ha iniziato a scrivere il libro – il braccio destro del premier – è morto misteriosamente in mare, mentre si trovava su di un traghetto. Questo però non è l’unica zona d’ombra della storia perché, non appena lo scrittore arriva negli Stati Uniti, i media diffondono la voce dell’apertura di un inchiesta del Tribunale dell’Aia sul premier per aver acconsentito al rapimento e alla tortura di alcune persone sospettate di terrorismo. Ovviamente lo scrittore, suo malgrado, resterà invischiato nella vicenda, ma la sua curiosità e la sua coscienza lo obligheranno ad indagare, per fare chiarezza su quello che è successo realmente.
Ewan McGregor non si discute. Ha la faccia, i natali e l’età giusta per reggere un ruolo di questo tipo, peraltro da protagonista. Voto 8.
Pierce Brosnan dovrebbe pensare di darsi alla politica. Il Premier inglese, come figura, è proprio nelle sue corde. Ha charme da vendere. Persino nelle scene più concitate, quelle in cui il suo personaggio si adira, riesce a mantere un aplomb invidiabilissimo. Maestro d’eleganza. Uno dei miei attori preferiti. Voto 8.
Kim Cattrall – la Samantha della saga “Sex and the City” – qui riveste il ruolo della segretaria personale del premier. Sui due aleggia anche il sospetto di una relazione clandestina ma la storia non conferma, né smentisce. Non chiedetemi se io trovi questa donna affascinante. Non saprei proprio dirvelo. Non mi ha mai fatto perdere la testa ma non è un cesso, ecco. Di certo in questo film perde molta della volgarità che invece le getta addosso il personaggio della serie tv.
Olivia Williams – qui nel ruolo della perfida moglie del premier – ha solo 42 anni. Dico: 42. Roba da non crederci. Sarà forse il personaggio che interpreta, sarà il trucco austero, ma le davo almeno 10 anni in più. Comunque sia recita dignitosamente. Voto 7 e mezzo.
Buona performance anche per Tom Wilkinson, che qui ricopre il ruolo di un vecchio collega di college del premier.
James Belushi fa solo una comparsata nel ruolo di presidente della casa editrice inglese. Di primo acchitto, vedendolo completamente pelato, quasi non lo si riconosce.
Per Timothy Hutton solo un paio di brevi scene da comprimario. Quasi comparsa.
Voto per la pellicola: 6.

Qui potete vedere il trailer italiano.

La scheda di IMDB.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

Posted in: film / Tagged: Adam Lang, Anna Botting, cast, cinema, Eli Wallach, Ewan McGregor, film, James Belushi, Jon Bernthal, Kim Cattral, L'uomo nell'ombra, Olivia Williams, pellicola, Pierce Brosnan, recensione, regia, regista, Roman Polanski, scheda, scrittore, The Ghost Writer, thriller, Tim Preece, Timothy Hutton, Tom Wilkinson

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