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Youth

15 maggio 2017 18:08 / Leave a Comment / Smeerch

Youth - La giovinezza

Youth – La giovinezza
di Paolo Sorrentino (Italia, Francia, Svizzera, 2015)
con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz,
Paul Dano, Madalina Ghenea, Jane Fonda, Mark Kozelek, Paloma Faith
Gabriela Belisario, Alex MacQueen, Tom Lipinski, Loredana Cannata,
Ed Stoppard, Paloma Faith, Roly Serrano, Sonia Gessner, Aldo Ralli

Pensieri sparsi in libertà.
Un film sui vecchi che si chiama “Gioventù” o meglio “Giovinezza”.
Anziani ricchissimi in villeggiatura extra-lusso che non fanno altro che parlare di prostata. Non hanno l’impellenza di lavorare (almeno uno dei due protagonisti) eppure non si godono i giorni che restano loro da vivere, anche perché – diciamolo – il mondo fuori dal resort vorrebbe richiamarli al lavoro e alla vita mondana.
In questo villaggio elvetico d’alta quota, chicchissimo, non soggiornano comunque solo anziani; a fare compagnia ad uno dei protagonisti c’è ad esempio sua figlia (che peraltro funge da sua collaboratrice/publisher), mentre a fare compagnia all’altro – un vecchio regista/sceneggiatore – c’è un team di giovani sceneggiatori che ha difficoltà a scrivere la scena finale di un nuovo film su cui sta lavorando. Poi ci sono anche attori in cerca di relax ed ispirazione, supermodelle, vecchie glorie del calcio, ecc.

Non era semplice dirigere un altro film, dopo l’Oscar per “La grande bellezza”, eppure Sorrentino – a quanto pare – ce l’ha fatta. I suoi punti di forza, come al solito, sono le luci (cioè la Fotografia di Luca Bigazzi), i movimenti di macchina, le location e la costruzione delle identità dei personaggi. Le incertezze, invece, restano i dialoghi: sempre troppo filosofeggianti, pretenziosi, autoindulgenti, alla ricerca della frase che possa diventare un aforisma da ricordare.
Dunque Sorrentino manierista di se stesso? Così scrivono alcuni critici ma non mi sembra un grave problema. Nei suoi film qualcosa di buono c’è sempre, qualcosa degno di almeno una visione.

Notevole comunque il dialogo finale tra il regista d’esperienza (Keitel) e la severa diva senza tempo (Fonda).
Michael Caine sempre impeccabile: spassoso nei frangenti frivoli e profondo in quelli drammatici.
Rachel Weisz fa la nervosetta, dunque buona scelta di casting.
Paul Dano è sempre una (piacevole) sorpresa; qui interpreta un giovane attore americano che si rilassa e si prepara ad interpretare il protagonista del suo prossimo film. Sua è la scena più divertente di tutta la pellicola: quella in cui, vestito da Hitler, fa colazione nel ristorante dell’hotel.
Madalina Ghenea presta il corpo per il personaggio della bonona ma ha poche scene; verrà certamente ricordata la scena in cui entra nudissima in piscina, a piccoli passi, un gradino alla volta, mentre i due attempati protagonisti rimangono attoniti da tanta perfezione estetico-anatomica (vedi locanadina).
Roly Serrano è in buona sostanza un sosia di Maradona che interpreta Maradona (anch’egli in villeggiatura nell’esclusivo resort); lo vediamo fare dei numeri con il pallone. Che si tratti di un film di Sorrentino lo si intuisce anche da questi giganteschi “WTF”.

La scheda di IMDb.com quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

Posted in: film / Tagged: Aldo Ralli, Alex MacQueen, cast, cinema, Ed Stoppard, film, Gabriela Belisario, Harvey Keitel, Jane Fonda, La giovinezza, Loredana Cannata, Madalina Ghenea, Mark Kozelek, Michael Caine, Paloma Faith, Paolo Sorrentino, Paul Dano, pellicola, Rachel Weisz, recensione, regia, regista, Roly Serrano, scheda, Sonia Gessner, Svizzera, Tom Lipinski, Youth

Vi presento i nostri

3 maggio 2017 11:05 / Leave a Comment / Smeerch

Vi presento i nostri

Vi presento i nostri
(Little Fockers)
di Paul Weisz (USA, 2010)
con Ben Stiller, Robert De Niro, Jessica Alba, Owen Wilson,
Dustin Hoffman, Barbra Streisand, Harvey Keitel, Teri Polo,
Laura Dern, Blythe Danner, Daisy Tahan, Tom McCarthy, Kevin Hart

Il terzo episodio della saga dei Fockers non è molto dissimile dai primi due. Lo stile di umorismo è sostanzialmente lo stesso. Anche il cast è lo stesso (eccezion fatta per la presenza di Jessica Alba e Harvey Keitel).
La dinamica è collaudata, per cui non si cambia: il protagonista – Ben Stiller nei panni di Gaylord Focker – si trova il più delle volte in situazioni di imbarazzo da cui ne esce sempre con una brutta figura. Tutto qui. Non c’è altro.
Questa volta l’ambientazione è la festa per i figli (gemelli) del protagonista; le due linee di trama sono il possibile tradimento di Focker con una specie di collega giovane e bella (Jessica Alba nei panni di Andi Garcia) e i malanni cardiaci del suocero (De Niro nei panni di Jack Byrnes).
Dovendo scegliere il meno peggio della trilogia, forse la mia scelta cadrebbe sul secondo “Mi presenti i tuoi?” del 2004.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

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L’ultima tentazione di Cristo

22 gennaio 2017 21:25 / Leave a Comment / Smeerch

The Last Temptation of Christ

L’ultima tentazione di Cristo
(The Last Temptation of Christ)
di Martin Scorsese (USA, 1988)
con Willem Dafoe, Harvey Keitel, Barbara Hershey,
Tomas Arana, David Bowie, Verna Bloom, Victor Argo,
Barry Miller, Michael Been, Gary Basaraba, Alan Rosenberg, Leo Burmeister,
Irvin Kershner, Harry Dean Stanton, Juliette Caton, Nehemiah Persoff

Il regista dice di no, che non è perfettamente ispirato ai vangeli, ma alla fine questa pellicola – bene o male – mette in scena tutti i momenti salienti nell’ultimo periodo della vita di Cristo. In un certo senso potremmo dire che si tratta di una versione meno edulcorata, un tantinello più cruda del racconto tradizionale, della versione ufficiale tramandata ormai da 2000 anni (anno più, anno meno).
Questo ovviamente, se ci si evita di guardare l’ultima mezz’ora del film – che poi sarebbe la parte più importante.
Il finale è nettamente diverso da ciò che ci racconta la Bibbia.
Scorsese mostra cià che avviene nella mente di Gesù mentre è in croce, nei suoi ultimissimi momenti di vita.
Proprio mentre è sul punto di spirare, infatti, Gesù viene tentato dal diavolo (sotto forma di angelo custode) ed ha una visione. Davanti ai suoi occhi appare tutto il resto della sua vita nel caso in cui scegliesse di pentirsi e di abbandonare il progetto che Dio ha in serbo per lui. A pochi secondi dall’esalazione degli ultimi respiri si vede vivo e vegeto, incarnato nel corpo di in un altro uomo, un ebreo come tanti altri, un tizio che vive nel peccato con due mogli e tanti figli (insomma una famiglia allargata) e che riesce persino ad invecchiare. Ma Gesù non ci sta, per cui, non appena si accorge del tranello che Satana sta per tendergli, torna in sé e muore esattamente come previsto: sulla croce, martoriato dal dolore, ma felice ed appagato perché il suo gesto rappresenta la salvezza dell’intera umanità.

Pare che all’epoca questa pellicola “scandalizzò il mondo”. Ma perché? Che c’è di tanto scandaloso in un Gesù un filino più umano del solito?
Scorsese prese l’idea dal libro “L’ultima tentazione” di Nikos Kazantzakis e ne fece una dignitosa pellicola, anche se – va detto – nelle prime battute sembra alquanto fumosa. In altri termini: il regista ha certamente fatto di meglio, il tema religioso non è proprio il suo forte, ma questo film non mi sembra sia da buttar via.

Willem Dafoe è davvero bravo, difficile trovare difetti in questa sua interpretazione. Senza dubbio questa è una delle pellicole che l’ha consacrato come attore di primo rango. Però rimane il fatto che scegliere un attore americano – caucasico – con capelli biondo-rossicci per la parte di una persona nata in mediooriente da genitori mediorientali, è qualcosa che fa alzare il sopracciglio. Anche la pettinatura scelta per il protagonista è discutibilissima: quando Gesù entra nel Giardino dei Getsemani sembra di assistere ad un videoclip dei Bee Gees.
Buona – anzi ottima – prova anche per Harvey Keitel nel ruolo di Giuda, l’apostolo che in questa rappresentazione sembra essere la figura più intima/vicina a Gesù.
Comunque un po’ tutti gli attori che interpretano gli apostoli escono bene questo film, anche se – a dire il vero – le loro figure in alcuni casi sono state tratteggiate un po’ da baluba.
Meno convincenti invece le figure di Marta (Peggy Gormley), Maria (Randy Danson) – le sorelle di Lazzaro – e Maria, la madre di Gesù (Verna Bloom), che peraltro appare solo in un paio di piccole scene.
Bravissima Barbara Hershey nell’interpretare Maddalena, la prostituta con cui Gesù ha avuto una relazione e con cui è tentato di formare una famiglia; il suo rapporto con Gesù è uno degli elementi chiave del film, nonché una delle cose meglio rappresentate e più interessanti di tutta la vicenda.
Al fascinoso David Bowie fu affidata la parte di Ponzio Pilato; sullo schermo lo vediamo però per una sola scena, mentre interroga Gesù sulle sue reali intezioni cioè sulle motivazioni che lo hanno spinto a diventare un predicatore e ad auto-definirsi “Re”.
Tomas Arana – già visto in “Io e mia sorella” di Carlo Verdone – è Lazzaro.

La locandina italiana del film era molto simile a quella originale (che vedete qui sopra) ma poi per le versioni VHS e DVD la distribuzione ha preferito qualcosa di decisamente più didascalico e banale.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

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