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Tag Archives: Franco Caracciolo

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Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i Milanesi

15 Gennaio 2019 23:44 / Leave a Comment / Smeerch

Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i milanesi

Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i Milanesi
di Mariano Laurenti (Italia, 1982)
con Giorgio Porcaro, Massimo Boldi, Teo Teocoli,
Eleonora Vallone, Manuela Gatti, Mirella Banti, Isabel Russinova,
Franco Caracciolo, Giorgio Faletti, Dino Cassio, Giorgio Vignali,
Elio Crovetto, Jimmy il fenomeno, Guido Nicheli

Ho appena finito di rivedere questa pellicola. Perché? Non ne avevo un vivido ricordo ma mi andava di guardarlo ancora, perché ero certo che ci fosse qualcosa di divertente.
Ecco cosa ne scrissi nel 2007 quando lo vidi per la prima volta.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

Posted in: Generale / Tagged: cast, cinema, commedia, Dino Cassio, Eleonora Vallone, Elio Crovetto, film, Franco Caracciolo, Giorgio Faletti, Giorgio Porcaro, Giorgio Vignali, Guido Nicheli, Isabel Russinova, Jimmy il Fenomeno, Manuela Gatti, Mariano Laurenti, Massimo Boldi, Mirella Banti, regia, regista, Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i Milanesi, Teo Teocoli

Agenzia Riccardo Finzi… praticamente detective

13 Novembre 2015 12:55 / Leave a Comment / Smeerch

Agenzia Riccardo Finzi... praticamente detective

Agenzia Riccardo Finzi… praticamente detective
di Bruno Corbucci (Italia, 1979)
con Renato Pozzetto, Enzo Cannavale, Lory Del Santo,
Simona Mariani, Olga Karlatos, Silvano Tranquilli,
Massimo Belli, Barbara De Bortoli, Adriana Facchetti,
Elio Zamuto, Bruno Rosa, Franco Caracciolo

Un maldestro detective privato alle prime armi di nome Riccardo Finzi si trasferisce a Milano. Arriva in città col treno e si mette subito alla ricerca di un alloggio. Trova un piccolo appartamento fatiscente in un condominio popolare e ci si stabilisce. La prima sera in città va in un locale che ha allo stesso tempo un teatro-cabaret con lo spogliarello e una sala da ballo. Qui incontra Susy, una ragazza “facile” che si spaccia per cameriera e che sembra starci subito, senza aver bisogno di un particolare corteggiamento. I due lasciano così il night, immediatamente, e vanno a casa di lei per avere più intimità. Ma poco dopo essere arrivati, giusto un attimo prima di fare sesso, la ragazza riceve una strana chiamata e senza addurre spiegazioni scaccia via in malo modo Riccardo (che si era appena denutato).
Il mattimo dopo il detective leggendo il giornale scoprirà che Susy – al secolo Pierpaola Moser – quella notte stessa ha perso la vita in malo modo, investita da un paio di auto, alla periferia della città. In molti crederanno all’incidente ma Finzi, che invece non reputa affatto corretta questa ricostruzione, deciderà di iniziare ad investigare per vederci chiaro sulla vicenda – pur senza che qualcuno gli abbia commissionato l’indagine. Nelle ricerche si farà dare una mano da Giuseppe Marchini, detto Ciammarica, un anziano napoletano, ex Carabiniere in pensione, che cerca di arrotondare la pensione fornendo un aiuto agli investigatori privati – o almeno lui così dice.

Pozzetto non è al massimo della forma. Tira fuori il suo stile di comicità in 3 o 4 occasioni ma non è sempre e del tutto a suo agio.
Enzo Cannavale è sempre molto buffo, ma meno cialtrone del solito. Ottimo comprimario in questo caso.
Lory Del Santo ha solo un paio di pose – anche se è la vittima, ossia il fatto attorno a cui gira tutta la vicenda.
Molto affascinante Olga Karlatos nel ruolo di Clara Moser, la mamma di Susy/Pierpaola.
Stessa cosa dicasi per la giovane Simona Mariani – qui aveva appena 25 anni.
A Elio Zamuto fu affidato il ruolo del poliziotto baffuto e incazzoso che è infastidito dal fatto che Finzi e il suo assistente facciano indagini abusivamente.
Il simpatico Luca Sportelli ha il ruolo del portiere dell’appartamento in cui va a vivere il giovane detective.
Barbara De Bortoli è Arista, la bambina che interpreta la figlia impertinente del portiere.
Molto grottesca la parte di Adriana Facchetti: una vicina di casa molto impicciona, che aiuta Finzi nelle faccende domestiche.
Il serioso Silvano Tranquilli fu scelto per intepretare invece il papà di Susy, un uomo molto ricco ed elegante ma anche poco trasparente – uno dei possibili mandanti dell’assassinio della ragazza.

Non ho letto il romanzo di Luciano Secchi (Max Bunker) da cui è stato tratto questo film, ma ho la sensazione che non avesse affatto questo taglio umoristico no-sense che invece è stato dato alla sceneggiatura del film.

Voto alla pellicola: 6 meno meno. Niente di memorabile. Tre quattro battute si salvano.
Le musiche sono di Maurizio e Guido De Angelis.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.

Posted in: film / Tagged: Adriana Facchetti, Agenzia Riccardo Finzi, Barbara De Bortoli, Bruno Corbucci, Bruno Rosa, cast, cinema, commedia, detective, Elio Zamuto, film, Franco Caracciolo, investigatore privato, Lory Del Santo, Massimo Belli, Olga Karlatos, pellicola, praticamente detective, recensione, regia, regista, Renato Pozzetto, Riccardo Finzi, scheda, Silvano Tranquilli, Simona Mariani

Dio li fa e poi li accoppia

7 Settembre 2014 16:38 / Leave a Comment / Smeerch

Dio li fa e poi li accoppia

Dio li fa e poi li accoppia

di Steno (Italia, 1982)
con Johnny Dorelli, Marina Suma, Lino Banfi,
Giuliana Calandra, Venantino Venantini, Loris Zanchi, Dino Cassio,
Annabella Schiavone, Renzo Rinaldi, Franco Bracardi, Enio Drovandi,
Guerrino Crivello, Renzo Rinaldi, Franco Caracciolo, Geoffrey Copleston

Don Celeste è un prete di un piccolo paesino di campagna molto ben voluto dai suoi parrochiani. Un giorno – durante la domenica di carnevale – mentre va a zonzo in bici per i campi, viene assalito da quattro ragazze mascherate che, dopo averlo immobilizzato, gli fanno violenza sessuale. La cosa ovviamente lo turba, ma non si perde d’animo; dopo aver ascoltato un po’ di confessioni ed essersi prodigato in qualche indagine, individua la giovane donna che ha materialmente compiuto lo stupro ai suoi danni. Si tratta di Paola, la bella giovine che lavora nell’officina del paese. Don Celeste avvicina quindi la ragazza e inizia a frequentarla, poi prende a fargli pressing, a stargli addosso per costringerla a confessare il brutto gesto, con l’intenzione di portarla anche “redimersi dal peccato”. Alla fine riesce infatti nel suo intento: Paola confessa tutto e senza alcuna vergogna, ma di lì a poco la ragazza rivela anche di aspettare un figlio dall’uomo a cui ha fatto violenza.
Scandalo nel paese. Don Celeste è ancora più imbarazzato e confuso; sente di provare interesse e affetto verso la ragazza, ma non riesce ad ammetterlo a se stesso, anche perché non ha alcuna intenzione di mollare l’abito talare, inoltre cerca in tutti i modi di convincere la testarda Paola a non abortire. Nel disperato tentativo di salvare la vita nel grembo della donna Don Celeste arriva persino a far arrestare Paola e a fargli causa per atti di violenza.
L’amore non trionferà, comunque, o almeno non quello “tradizionale”. La vicenda legale si smonterà, l’accusa sarà praticamente ritirata, il bimbo nascerà e il parroco accetterà la sua paternità, ma Don Celeste non lascerà il sacerdozio. Proverà invece a convivere con Paola, ma non come se fosse il suo compagno, fingendo fino alla fine di non sentire il richiamo della passione nei suoi confronti. L’happy ending dunque sarà forse monco ma non del tutto scontato, né banale. Ne escono bene la figura del padre e quella del prete. Si fanno così contenti la Chiesa e quanti ritengono sacra anche la famiglia.

Questa è una commedia, d’accordo, anche abbastanza grottesca (basti vedere il personaggio dell’omosessuale ciarliero ed effeminatissimo interpretato da Lino Banfi), ma mi ha stupito per il modo in cui vengono trattati certi temi, come la sofferenza e il pubblico ludibrio a cui sono sottoposte le persone che vengono tradite dal proprio partner in un ambiente gretto e retrogrado e la questione dell’aborto. Quest’ultimo, in particolare, sebbene non si trattato in modo particolarmente progressista, tuttavia non viene ridicolizzato, né viene strumentalizzato per portare avanti tesi antiabortiste. Certo, lo sceneggiatore e il registra avrebbero potuto dare più spazio alle ragioni del personaggio di Paola, ossia della madre che non vuole far nascere il figlio di un uomo che non la ama, ma forse non era uno degli aspetti che desideravano approfondire. Il fulcro della storia narrata, probabilmente, non era quello.

Del personaggio di Lino Banfi (il salumiere) abbiamo già detto.
Marina Suma è incredibilmente drammatica per una commedia. Brava (e bella, ovviamente). Stupisce anzi che ci sia una sola scena in cui appare nuda.
Molto bravo anche Johnny Dorelli – ma non c’è nemmeno bisogno di dirlo. Non gigioneggia affatto, anche se ci sono decine di occasioni in cui il suo personaggio avrebbe potuto lasciarsi andare a espressioni e gesti più volgari o ridicoli. I miei rispetti.

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