La mia prima macchina fotografica l’ho comprata a 18 anni. Non ho mai capito perché, ma a casa mia non c’è mai stata una macchina fotografica. Viaggiavamo poco, per un motivo o per l’altro, non so: forse avevamo poco da fotografare. Le uniche fotografie che venivano prodotte tra le nostre quattro mura erano sempre per piccole occassioni particolari, come compleanni dei bambini o festicciole simili ed erano sempre scatti realizzati con macchine altrui.
Eppure a casa mia la tecnologia non è mai mancata. Non si badava a spese per l’hi-tech. Beh, la televisione a colori forse è arrivata un po’ tardi (nel 1986), però è arrivata attraverso un enorme televisore di tutto rispetto. Un Philips Matchline da 29 pollici – mica cotiche – con già 2 ingressi scart. Dico: 2 ingressi scart nel 1986.
Poi, due anni dopo, a casa è arrivato anche un hi-fi; se non ricordo male abbiamo speso circa 2 milioni di vecchie Lire. 2 milioni di vecchie Lire nel 1986: una cifra esorbitante. Un impianto di questo genere forse non l’aveva in casa neanche il più importante dj di BBC Radio, un assemblaggio di elementi Technics e Kenwood che spaccava – e spacca ancora. 60 Watt x due casse: a parole sembran pochi, ma vi assicuro che si tratta di un’amplificazione di tutto rispetto per l’ascolto casalingo di musica.
Dunque la tecnologia in casa mia non mancava ma una fotocamera sì. La cosa mi scocciava un po’. Per cui, ad un certo punto, ho deciso di comparla da solo. Ricordo molti dettagli, come fosse ieri. La mia prima macchina fotografica l’ho comprata a Londra nel febbraio del 1997. Erò lì con la mia classe. Siamo andati in gita a Londra: 5 giorni che sono volati via veloci, anche se non avrebbero dovuto. Il penultimo giorno, credo fosse un venerdì, ho chiesto il permesso alla mia prof. d’Inglese – una delle insegnanti che ci accompagnava – di mollare il gruppo e andarmene un po’ in giro da solo. Ho incontrato qualche resistenza, ma neanche poi tante a dirla tutta. Lo so: ho fatto lo sbruffone.
Il mio inglese non era perfetto (non lo è ancora adesso), avrei potuto perdermi. Ma io volevo andarmene un po’ in giro da solo. Mi ero quasi stufato della compagnia ma – a dire il vero – il motivo per cui volevo starmene un po’ per conto mio era girare per qualche negozietto di dischi a Soho (tipo il Black Market) a comprare vinili (mix di musica house) e andare ad acquistare la mia prima macchina fotografica, che avevo visto di sfuggita qualche giorno prima durante i trasbordi delle scolaresche per le linee del trasporto urbano londinese.
E così feci. Ricordo che scesi in una stazione della metropolitana – non so più quale – e acquistai da un gabbiotto una piccola macchina. Una “Kodak Cameo”. Non la usa e getta: quella si chiama(va) “Kodak Fun”. La mia era un modello della linea “Cameo”. Il suo punto di forza era la praticità: piccola, leggera, meccanica e dotata di un flash a scomparsa. La sua particolarità era la possibilità di scattare foto con l’ausilio di una sola mano (la destra). Ricordo anche che, ai tempi, quella linea di macchine veniva pubblicizzata proprio così. Credo di averla pagata poco più di 100 sterline. Con il cambio dell’epoca probabilmente erano poco meno di 130 mila Lire, ossia circa 65 Euro, se rapportati al cambio odierno.
Beh, presa la macchina, scattai un bel po’ di foto ma non divenni un patito di fotografia. Non lo sono mai diventato. Chissà perché. Nemmeno nel 2002, quando ho comprato la mia prima compatta digitale: una Canon da soli 1,3 Megapixel. Il fenomeno non si è verificato nemmeno nel 2008, quando ho portato in tasca per più di 12 mesi una sottilissima fotocamera Casio Exlim.
Ad ogni modo, io a quella Kodak Cameo sono molto affezionato. Adesso giace al paese, chiusa nella scrivania e avvolta in un paio di strati di pellicola da imballo con le bolle, ma sento che un giorno di questi le farò prendere una bella boccata d’aria. D’altronde sono più di 7 anni che non stampo una fotografia.
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La mia prima macchina fotografica (una storia vera)
Più cura, meno uso
Nel marzo 2006 ho acquistato una fotocamera sottilissima: una Casio Exilim EX-S500 Brilliant Grey. Ho deciso di prenderla in quel formato, spessa meno di 1,5 cm., per portarla sempre in giro con me. Infatti da quel momento mi ha seguito ovunque. L’ho tenuta per giorni e giorni nella tasca sinistra (davanti) dei miei jeans. In una quindicina di mesi ho scattato poco meno che 4000 foto, rappresentando i più vari soggetti.
Poi qualcosa è andato storto. La fotocamera si è rovinata. Alcuni granuli di polvere sono finiti nel corpo macchina, sotto la lente. Toglierli è stato praticamente impossibile. Il problema era che le foto scattate hanno iniziato a presentare delle fastidiose macchie.
Così ho deciso di portare la macchina in assistenza. La garanzia credo fosse scaduta da poco. Ho atteso un mese circa per il preventivo: 70 Euro per l’eliminazione della polvere e messa a nuovo dell’apparecchio. Ho deciso che l’intervento non valeva il costo richiesto, per cui mi sono fatto rispedire la macchina e ho deciso di metterla in vendita. Attraverso un’asta su eBay sono riuscito a spuntare una settantina di Euro. Non ricordo chi l’ha comprata. Non so cosa ci ha fatto, se l’ha usata così com’era, se l’ha fatta riparare, se ne ha usato dei pezzi come ricambio per un altra macchina. Non ha importanza.
Con quel denaro ho finanziato (parzialmente) l’acquisto di un’altra macchina fotografica. Molto simile. Stessa marca, stessa serie. A fine Novembre 2007 dunque ho preso una Casio Exilim EX-Z75. Con lo stesso ordine ho comprato anche una custodia ufficiale (Casio ExCaseBD1) per proteggere il corpo macchina da urti e polvere.
Complice anche il grosso ingombro dell’intero pacco (macchina + custodia), ho perso l’abitudine di portare sempre con me la macchina e di scattare le foto per strada.
Fonte della foto: hrvojezg su Flickr.