Crash – Contatto fisico
(Crash)
di Paul Haggis (Usa, 2004)
con Don Cheadle, Ryan Phillippe, Matt Dillon,
Sandra Bullock, Christopher Brian Bridge (Ludacris),
Brendan Fraser, Thandie Newton, Jennifer Esposito,
William Fichtner, Jack McGee, Terrence Ashton Howard,
Larenz Tate, Dato Bakhtadze, Sean Cory, Keith David
L’anno scorso questo film ha vinto il premio Oscar come migliore pellicola. In assoluto. Forse è esagerato. Forse in giro c’era di meglio. Forse anche limitando il campo solo al panorama americano. Ma il punto non è questo.
Questo film mi ha ricordato molto "Magnolia" di Paul Thomas Anderson. Vuoi per l’intricata trama, vuoi per il brano ‘lenitivo’ – in stile Aimee Mann – che fa da colonna sonora alle ultime scene della pellicola, quelle riappacificatrici. Ma non è nemmeno questo il punto.
Si parla di razzismo, di pregiudizi, di discriminazioni, di ingiustizie. Se ne parla tanto. Troppo. A momenti quasi sgusta. Ma il punto è decisamente un altro.
Un premio se lo meritava proprio per come la trama è stata strutturata, per la maniera in cui chi ha scritto la storia, e chi l’ha sceneggiata, è riuscito ad incastrare le vicende dei diversi personaggi, intersencando ambienti, vite, situazioni, ideologie, necessità, virtù, rischi, passioni e dolori. E chi più ne ha, più ne metta. Dal punto però siamo ancora abbastanza lontani.
Potrei dire che ho apprezzato il modo in cui hanno recitato molti attori. Don Cheadle, ad esempio, è bravo. Se la cava anche se, ahimè, non sarà mai il mio attore preferito. Tra l’altro si è prodotto il film è si auto-attribuito uno dei ruoli principali. Abbastanza facile, no?
Ludacris, il tizio rabbioso con una acconciatura simil-dreadlock, non è così male ma con il suo compare di furfanterie, in certi momenti sembra che stia facendo una parodia del giovane afroamericano del ghetto. E se questo film, come intenti, avesse voluto sfatare certi luoghi comuni, un errorino del genere non avrebbe dovuto nemmeno sfiorarlo.
Jennifer Esposito è brava. Diciamo bravina. Ma in ogni primo piano, in ogni inquadratura – per non parlare poi della scena di nudo a letto – tira fuori un sex appeal enorme – ma mai eccessivo – così intenso che potrebbe quasi venderlo ad una qualsiasi delle attrici-sciacquette di Hollywood. E, credetemi, Jennifer Lopez potrebbe benissimo essere la prima di questa lunga lista. Tra ispano-americane la battaglia è dura, in questi termini.
Buona la scelta di prendere Ryan Phillippe per il ruolo del giovane agente mite, tenero, portatore di valori positivi. Valori tanto buoni che quasi ci credi.
Azzeccata anche la parte del Procuratore capo pirlotto, affidata a Brendan Fraser. C’ha una faccia stupida questo attore che meglio non si poteva scegliere.
Un tempo il nome in cartellone di Sandra Bullock avrebbe dato un certo rilievo al film. Oggi no. Qui l’attrice si trova in secondo piano. Scene di second’ordine, come la sua recitazione. Una fortuna che non sia protagonista. Il punto non è questo. No. Decisamente.
Il punto è che questo film mi è piaciuto.
Il sito ufficiale del film.
La scheda di Cinematografo.it, quella di Film.tv.it, quella di FilmUp Leonardo e quella di MyMovies.it.
A me sinceramente è piaciuto… L’ho trovato un gioco di puzzle ben orchestrato. Inoltre, ha un pò risollevato il valore di Dillon. Saluti!
Russell Hammond – Amministratore di “My World”
Anche a me è piacuto. :)