Si chiama Fon il peer to peer della connessione WiFi
Dalla Spagna arriva la community per la condivisione della banda wireless
(Nicola Bruno – www.itnews.it – 23/06/02)
Le connessioni cosiddette a banda larga crescono di giorno in giorno. Molte case e uffici sono ormai raggiunti dall’Adsl o da altri tipi di collegamenti broadband (vedi soprattuto la fibra ottica); ma che porzione di questa banda usiamo? E per quanto tempo? E’ cioè sfrutatta a dovere o in parte risulta superflua per l’esigenze dell’utente?
Queste sono le domande chiave che devono essersi posti gli inventori di Fon, la comunità globale di utenti che condividono connettività WiFi. A capo della comminuty, c’è una società di origini spagnole, la Fon appunto, fondata da Martin Varsavsky in collaborazione con un team di esperti di Internet e dei tecnici professionisti del wireless.
Questi signori hanno architettato un sistema per coprire con il segnale WiFi diverse aree locali grazie ad una struttura dal basso che si sta diffondendo rapidamente in diverse zone del mondo. L’innovativo servizio funziona sostanzialmente in questo modo: ogni utente della community Fon mette a disposizione la propria banda via WiFi e a sua volta, nello stesso modo, può disporre gratuitamente della banda di altri in giro per il mondo. Proprio per questo in molti hanno definito ‘Fon’ il peer to peer della connessione wireless. Utenti Fon – simpaticamente denominati foneros – stanno già spuntando un po’ ovunque, come funghi, su tutto il territorio spagnolo e americano.
L’assunto alla base di questa iniziativa è che il costo della connessione Adsl casalinga è già fin troppo alto, per dover poi pagare, quando si è in viaggio, per una ulteriore connessione mobile. A tal proposito il general manager statunitense della Fon, tale Ejovi Nuwere, ha dichiarato: «Tutti pagano per avere un accesso internet a casa e pagano anche quando sono in viaggio. Noi pensiamo che se paghi 40 dollari per avere internet a casa non dovresti poi pagare per averlo ovunque tu vada. Una delle cose che vogliamo fare è portare l’internet pubblica al pubblico».
Diventare un fonero è semplicissimo: prima ci si registra al sito www.fon.com e poi si scarica il software specifico per abilitare al servizio il proprio router. Oltre a possedere una connessione broadband, l’unica altra restrizione è quella di avere, appunto, un router WiFi. Sul sito ufficiale è presente una lista di tutti gli apperecchi già predisposti per il sistema Fon. Qualora qualcuno ne fosse sprovvisto è possibile acquistare dalla stessa azienda un router compatibile ad un prezzo da offerta speciale: 25 Dollari (o 25 Euro). In pratica un 50% di sconto per i primi 3000 pezzi.
Sul sito sono presenti anche delle mappe – sviluppate tramnite Google e TeleAtlas – atte ad indicare i punti in cui sono presenti gli hot spot Fon. I punti di accesso al servizio fino ad oggi sono presenti solo in territorio spagnolo e statunitense.
Tre sono i livelli di servizio previsti. Il primo è stato chiamato ‘Linus’, in onore di Linus Torvalds, l’inventore del sistema operativo Linux. E’ il livello top che prevede appunto il dovere di condividere la propria banda wireless in cambio della possibilità di usufruire di quella altrui in altri luoghi. Dati della stessa azienda parlano di 9000 gli utenti già iscritti al sevizio in tutto il mondo. Il 100% di essi è un livello 1: un linus.
Al momento comunque il servizio è ancora una beta. Presto si passerà alla piena fase operatività e dunque si potrà aderire alla ‘Fon community’ anche ad altri livelli. O in qualità di semplici ‘Alien’, utente di terzo livello, coloro i quali cioè pagheranno per avere accesso agli hot spot di proprietà Fon, o in qualità di ‘Bill’, utenti di secondo livello che guadagnano una percentuale sugli introiti ricavati dagli utenti paganti, gli Alien del terzo livello.
In tutti gli stati il costo di un giorno di connessione per un utente ‘livello Alien’ non dovrebbe essere più alto di quello di un viaggio in metropolitana. Per gli utenti degli altri due livelli, invece, il servizio dovrebbe rimanere gratuito nel tempo.
Attenzione a non farsi prendere dalla smania della curiosità e correre subito a registrarsi. Per la legge italiana rivendere – o anche solo condividere – la propria banda wireless dovrebbe essere illegale. Controllate bene il contratto con il vostro fornitore di servizio Adsl prima di iscrivervi alla Fon community; dovrebbe esserci scritto tutto lì. Le clausole –quelle di solito scritte in piccolo – di solito sono molto chiare su questo tipo di divieti.
Negli Stati Uniti le cose non sono poi così diverse da noi – per una volta. Attualmente molti provider a stelle e strisce non permettono ai loro utenti di condividere il proprio accesso con terze parti. ‘Speakeasy’ è uno dei pochissimi ISP (Internet Service Provider) a dare questa possibilità. Mr. Nuwere sembra però ottimista sulla vicenda; la Fon si sta muovendo per stringere accordi con diversi grandi provider americani affinchè questi diano ai loro utenti la possibilità di non violare i contratti di fornitura servizio.
Ad ogni modo, l’iniziativa in giro pare stia piacendo parecchio – e non solo agli utenti finali. La Fon ha portato avanti un’attività di ‘fund raising’ coinvolgendo anche grossi nomi della Silicon Valley come ‘Google’, ‘Skype’ e ‘Sequoia Capital’; al momento per questo progetto sono stati rastellati circa 22 milioni di dollari.